Dieci culture che utilizzano la danza come tramite con Dio

La danza non è solo espressione fisica ma anche spirituale.

Ballare è come aprire una finestra e scoprire un mondo nuovo, è una forma di connessione ed ascolto di sé e dell’universo.

Dio nella forma più pura si riflette attraverso l’espressione artistica. I corpi diventano strumenti, comunicando la nudità delle nostre anime proiettano la potenza del nostro io spirituale. Per questo la danza è presente nella mitologia e nella religione in tutto il mondo.

La danza è utilizzata come collegamento con il divino da molte culture:

– La danza è stata certamente una parte importante delle cerimonie, dei rituali, delle celebrazioni e dell’intrattenimento fin da prima della nascita delle prime civiltà umane.  L’archeologia offre tracce di danza dalla preistoria, risalenti addirittura a 10 000 anni fa. Come ad esempio nei dipinti rupestri nei rifugi rocciosi di Bhimbetka che raffigurano la potente vitalità delle danze primitive. Una volta posseduto dallo spirito, l’uomo primitivo può curare i suoi mali, ricevere potere e coraggio per la guerra, ottenere una buona caccia o un buon raccolto.

Si distinguono due tipi di danza estatica nelle popolazioni primitive, le danze in armonia e quelle in disarmonia con il corpo. Un esempio di danza in disarmonia con il corpo è la danza convulsa, tipica delle civiltà sciamaniche, in questo tipo di danza l’estasi cerca l’innaturale. Il potere magico è nelle mani dello stregone o guaritore.

– Nell’antica Grecia la danza era chiamata Choreia che deriva da “chara”, “gioia”. Spesso nelle opere figurative di Creta appaiono le danze in circolo intorno al suonatore di lira e le danze sacre in coppia, ma la danza corale risulta la più importante manifestazione dell’estasi e di liberazione dell’io.

– Nei testi liturgici-rituali e nei cristiani delle prime congregazioni, si trovano accenni alla danza estatica che venivano praticate per portare i religiosi alla completezza della propria esperienza spirituale. Nel Medioevo la danza rituale a poco a poco fu proibita dal Cristianesimo.

-Per gli indù, l’intero Universo viene portato all’esistenza come manifestazione della danza del Danzatore Supremo, Nataraja.

– Kagura, letteralmente “intrattenimento divino”, è un tipo specifico di danza cerimoniale rituale shintoista usata in origine come forma di divinazione. La sciamana che esegue la danza ottiene l’oracolo dal dio, trasformandosi così la danzatrice stessa in dio durante l’esibizione.

Seungmu è una danza coreana eseguita dai monaci buddisti . Si tratta di uno dei più famosi balli tradizionali coreani che vengono usati come forma di adorazione e preghiera.

-La danza è stata a lungo usata dagli ebrei come mezzo per l’espressione della gioia agli occhi di Dio e svolge un ruolo importante nell’osservanza religiosa. Danze tradizionali come ashkenazite e sefardita sono anche associate a importanti eventi come nozze o celebrazioni rituali.

L’Hula è una forma di danza polinesiana accompagnato da canti. Ci sono varie leggende che circondano le origini dell’hula tutte di forma divina. Secondo una leggenda hawaiana l’hula è nata quando il dio della vita Kane e altri dei hanno utilizzato canti e movimenti per creare incantesimi durante la creazione della terra, dell’uomo e della donna.

– Nell’Islam i Dervisci rotanti, sono particolari figure appartenenti alla confraternita sufi, che perseguono l’unione mistica con Dio mediante una particolare forma di danza, nella quale ruotano vorticosamente su sé stessi fino a raggiungere uno stato di trance.

L’uomo non solo rende lode a Dio tramite la manifestazione massima di unità di anima e corpo ma si avvicina a lui perché lo scopo della danza è quello di intraprendere un cammino di ascesi per raggiungere una completa immersione dell’io individuale nella sostanza universale, trasfigurarsi e così entrando in relazione col sovrumano.

Per sviluppare valide qualità e compiere opere artistiche ogni attività deve partire dal sé. Così sappiamo che la creazione del gesto artistico implica di governare miriadi di mutamenti interiori. Riconoscere i tre elementi superiori è indispensabile per liberare la propria creatività.

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