Metodo A.R.P.D. – Seconda e terza fase

La seconda fase del metodo A.R.P.D. è caratterizzata da una fase di distensione delle catene cinetiche. In un pro­gramma di rieducazione posturale l’allungamento contri­buisce alla riduzione della rigidità muscolare, e inoltre bi­sogna ricordare che un muscolo si considera sano quando è al tempo stesso forte, elastico e resistente.

Nell’Auto Rieducazione Posturale Dinamica si eseguo­no esercizi basati su una graduale distensione progressiva e prolungata dei vari distretti muscolari (o catene cinetiche). Ogni singolo esercizio si può suddividere in due fasi: una prima in cui si raggiunge un primo livello di distensione, che stimola le fibre muscolari e le prepara a un maggiore allungamento della fase successiva. Tutto ciò concilia con un’adeguata respirazione e con il mantenimento delle po­sizioni di circa 20 secondi.

Durante questa fase di distensione sono coinvolti i muscoli posteriori del dorso, spesso ipertonici e corti, che fungono costantemente da “tiranti” per tenere in piedi lo scheletro. Avendo una funzione stabilizzatri­ce rimangono sempre tesi e tendono a evolvere verso l’accorciamento. È proprio la loro riduzione di elasticità che causa squilibri, scompensi e alterazioni muscolari, per questi motivi è fondamentale ridurre la tensione e mantenerli distesi.

La terza fase del metodo A.R.P.D. si concentra sul rinforzo, sul controllo e sull’irrobustimento della muscolatura. Per quanto riguarda la muscolatura addominale è interessato il retto dell’addome, il trasverso dell’addome, l’obliquo esterno ed interno: questi muscoli assicurano la mobi­lità del rachide e il corretto equilibrio della muscolatura vertebrale. L’A.R.P.D. offre gli strumenti per eseguire un corretto lavoro addominale senza sovraccaricare ulterior­mente la colonna vertebrale: permette di attivare la fascia addominale mantenendo contemporaneamente il rachide in flessione e stabilizzando il tratto lombare. Ponendo una cinghia nel tratto lombare (in corrispondenza dell’ombeli­co) è possibile inviare dei feedback al soggetto sulla corretta esecuzione dell’esercizio: partendo dalla posizione di decu­bito supino con le gambe piegate e piedi poggiati al suolo, bisogna afferrare con una mano la cinghia e tirarla lateral­mente, effettuare una flessione del busto mantenendo il ba­cino in posizione neutra e contrarre i muscoli addominali in modo da bloccare la cinghia sottostante. In questo modo si lavorerà sul rinforzo e la tonicità della muscolatura più profonda, instaurando una corretta interazione tra muscoli agonisti e antagonisti.

Nel programma di rieducazione posturale A.R.P.D. vi sono esercizi di rinforzo muscolare a contrazione isotonica e isometrica. Per contrazione isotonica si intende quando un muscolo si accorcia spostando un carico costante, si suddivide in una fase concentrica (il muscolo sviluppando tensione si accorcia e quindi l’origine e l’inserzione si av­vicinano) e in una fase eccentrica (il muscolo sviluppando tensione si contrae mentre si allunga e quindi l’origine e l’inserzione si allontanano). Un esempio di esercizio iso­tonico presente nel programma di ARPD è l’ “esercizio del risveglio” così denominato poiché è consigliabile eseguirlo al mattino a letto ancor prima di alzarsi: durante la notte la muscolatura del nostro corpo, in particolare quella anti­gravitaria, si distende, di conseguenza, quando la mattina ci si mette in piedi, la muscolatura subisce una contrazione improvvisa a causa dell’assunzione repentina della stazio­ne eretta e della pressione che la forza di gravità esercita sul rachide. Dunque, è bene praticare questo esercizio al fine di attivare e preparare il corpo alla posizione eretta e a svolgere le normali attività quotidiane riducendo/elimi­nando i dolori articolari e muscolari che si avvertono mag­giormente la mattina. L’esercizio prevede l’attivazione di tutti i muscoli del nostro corpo: dalla posizione di decubito supino si contrae la catena cinetica posteriore spingendo il bacino verso l’alto e gli arti superiori verso il basso (fase concentrica) e si ritorna al suolo (fase eccentrica) succes­sivamente si attiva la catena cinetica anteriore contraendo l’addome, portando su la testa, stringendo la muscolatura interna delle cosce e delle braccia (fase concentrica) e si ritorna al suolo (fase eccentrica) e infine si rilascia tutta la muscolatura. Invece, per contrazione isometrica si intende quando un muscolo sviluppa tensione senza modificare la sua lunghezza come ad esempio l’esercizio in “plank”, in cui è coinvolto ogni distretto muscolare ma non vi è nes­suna alterazione della loro lunghezza.

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